Il 2020 sarà ricordato sui libri di storia come un anno terribile. Il COVID-19 ha congelato tutte le feste, i sorrisi, la gioia di incontrarsi, gli abbracci. Ma non ha congelato la voglia di sognare. E se è stato capace di bloccare, al momento, la possibilità di viaggiare, il Covid, non potrà mail bloccare la possibilità di viaggiare con la mente!
E per questo, noi che siamo bravi a farvi viaggiare, vogliamo portarvi indietro nel tempo: un ritorno alle origini e alle tradizioni mai perse. Una passeggiata nel centro storico di Napoli per ritrovare i colori, i profumi, i sapori e i suoni natalizi che riempivano le strade della città già alla fine di Novembre.
Il fulcro del mercato natalizio napoletano è Via San Gregorio Armeno, il cuore del centro storico, patrimonio dell’Unesco dal 1995. In pochi sanno che si tratta del centro storico più vasto d’Europa, 1700 ettari con 27 secoli di storia, e con più di 400 chiese! Lungo questa stradina stretta e in salita, si aprono tutta una serie di botteghe artigiane che espongono e vendono tutti i tipi di statuine, e i più vari e fantasiosi accessori per il presepe, direttamente sulla strada, dando vita a quella che è diventata una delle più note attrazioni turistiche di Napoli, iIn qualche bottega, quando la folla dei passanti non è eccessiva, è possibile anche assistere al lavoro degli artigiani, mentre assemblano e dipingono i loro pastori, rigorosamente fatti a mano.
Questi sono luoghi che ancora oggi conservano il mistero e il fascino di un antico passato, dove il sacro e il profano si mescolano con la storia. Giunti alla fine della strada di San Gregorio Armeno, si arriva davanti lo slargo della basilica di San Lorenzo, che risale al 1200 e che nasconde nelle sue viscere, una vera e propria città sepolta, con le sue strade romane e le sue botteghe, perfettamente conservate. L’area è uno scrigno di tesori da scoprire, ogni angolo, ogni pietra racconta una storia: la Napoli sotterranea, i resti del teatro romano inglobato nei muri dei palazzi, la chiesa delle anime pezzentelle.
A ora di pranzo, il ritorno alle origini, ci porta alla Cantina, di nome e di fatto. All’inizio del secolo, le cantine a Napoli, erano i luoghi dove si vendeva il vino e dove si poteva mangiare qualcosa accompagnato con un buon bicchiere di vino. Oggi le cantine rimaste sono molto poche, ma restano gli unici luoghi dove poter provare i piatti della Napoli antica e popolare, carne e pesce, in una atmosfera calda e casalinga, nel cuore di quella Napoli che ancora sopravvive e difende a denti stretti la sua tradizione